due parole per domenica 5 dicembre 2021 – II domenica del tempo di Avvento C

don Giovanni De Rosa:
Una figura speciale ci viene indicata in questa seconda domenica d’Avvento quella di Giovanni Battista. E il battesimo di conversione amministrato da lui lo dobbiamo nuovamente sperimentare nella nostra vita in questo tempo di preparazione al Natale del Signore. Una conversione che trova il suo naturale sbocco e la sua realizzazione nel vivere la carità, nella condivisione, nel sentirsi corresponsabili del bene della comunità dei credenti. Questo è un invito rivolto a tutti, e specialmente a quanti vivono l’esperienza del deserto morale e interiore, ma anche di quanti presumono di avere Dio nel proprio cuore e nella propria prospettiva di vita, quando in realtà hanno solo l’io, se stessi. Oggi Giovanni Battista anche a noi ci grida dal deserto che non ci può essere vera preparazione al Natale se non ritirandoci in noi stessi come tempo di riflessione, preghiera, stare con noi stessi, allontanarci dalla frenesia del fare… non è facile. È doveroso provarci.

don Marco Zaina:
Dio mantiene le promesse. All’uomo ha promesso la libertà dalla schiavitù, ha promesso la vita buona, la vita bella. E non solo per quando l’uomo terminerà il suo percorso terreno, ma anche durante la sua vita.
Ecco allora il brano del profeta Baruc che infonde gioia, speranza in attesa del ritorno degli esiliati, di coloro che erano stati deportati.
Ne seguono le parole del salmo, che raccontano la gioia del ritorno, il grazie a Dio per questa nuova liberazione.
Ma non va dimenticato che la promessa di Dio, il Disegno di Dio, il Suo dono, incontrano la volontà dell’uomo. Questi non sempre accoglie e condivide, vivendolo, il progetto di Dio. Ed ecco il peccato, la nuova schiavitù per l’uomo, da cui però il Signore desidera ancora poterlo liberare.
Molto bello è l’accorato invito di Paolo alla comunità di Filippi, quando li invita a permettere che “la carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio…..”.
Ma non basta: è altrettanto bello, se non commovente, il fatto che Paolo preghi per tutti loro, con gioia, a motivo della loro cooperazione per il Vangelo, convinto che Chi ha iniziato in loro l’opera buona, li aiuterà a portarla a compimento.
E noi? Anche noi, forse, tante volte siamo tentati di fare scelte che ci portano lontano dal progetto di Dio, che ci rendono schiavi del peccato.
Preghiamo, come Paolo:
con Gioia, per chi cerca di vivere il vangelo;
con Speranza, per noi, affinché sappiamo fare le scelte giuste, secondo Vangelo;
con Fede, in Colui che ha iniziato in noi opere buone, perché le porti a compimento.

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