due parole per domenica 5 luglio 2020

don Remo Ceol
Un pensiero di Ch. de Foucauld 1897 – 98.
“Sono dolce e umile di cuore” (Mt 11,29).
La dolcezza nei pensieri, nelle parole, nelle azioni… Niente di rude, di duro, di violento, di amaro, ma sempre la tenera bontà, la mansuetudine affettuosa di cui Gesù ci da’ l’ esempio… Anche quando il dovere ci forza alla severità, come e’ capitato a Gesù con i venditori del tempio, essere severi come in padre che castiga per guarire e non come nemico; lasciar vedere che, se la mano corregge
il cuore e’ sempre pronto a ricevere il peccatore pentito e le braccia sempre pronte ad aprirsi e ad abbracciare i figli penitenti.

don Marco Zaina
Dalle letture di questa domenica potremmo intuire un annuncio molto bello per ogni credente.
“Preparati ad accogliere Chi ha un progetto per un mondo più bello, più giusto, dove anche tu sei chiamato a dare il tuo contributo.
Dovrai però accettare che la Sua forza sia l’Amore, il Suo modo di fare sia la Tenerezza, e condividere questo stile.
Dovrai diventare “piccolo” per poter comprendere la ricchezza del dono dello Spirito Santo che ti è stato dato.
Dovrai essere umile per riconoscere che non sei tu l’autore di quel Progetto, e trovare ristoro, sostegno e consiglio in Chi quel Progetto te lo ha proposto, e che tu ora stai cercando di vivere.
Solo così scoprirai la Ricchezza, la Gioia, la Bellezza di essere Figli di Dio”

don Giovami De Rosa
Gesù sa di quanto bisogno abbiamo che qualcuno ci accolga nella nostra stanchezza e oppressione. Troviamo troppo spesso maestri, giudici, esperti, ma nessuno disposto ad accoglierci semplicemente così come siamo e per quello che stiamo vivendo. Tutti sanno come noi dovremmo vivere, quello che dovremmo fare, chi dovremmo essere, ma Gesù non si pone così nei nostri confronti. Egli è Colui che dice: “Porta con me quello che stai vivendo. Smetti di portarlo da solo. Non caricarti di tutto il peso del mondo come se tu potessi portarlo. Porta il peso della vita con me e alla mia maniera. Sii mansueto e umile, cioè non trasformare la tua stanchezza e oppressione in rabbia ma accoglila. Fai spazio anche a questa parte della vita che non conviene. Sii umile, cioè concreto, con i piedi per terra, senza pensare di dover risolvere tutto. E questo è possibile solo se ti ricordi che non sei solo, che Io sono con te, che Io sono nella tua stessa oppressione, angoscia, stanchezza”. Amici, Gesù non promette la liberazione da ciò che ci opprime, ma la certezza che non siamo soli mentre ne portiamo il peso.
Solo così ciò che sembra insormontabile diventa leggero. La bella notizia di questa Domenica? La Legge diceva: “Devi fare questo… non devi fare quello… devi essere così… guai a te se…”….invece oggi Gesù dice: “Sei stanco, sfiduciato, incapace di farcela, vieni qua da me. Io non ti chiedo nulla. Sono qui per darti tutto il mio amore e il mio sostegno”.

fra Roberto Benvenuto
Guardando a Gesù, ai suoi atteggiamenti accompagnati dai suoi gesti, intravediamo anche noi la strada da seguire per essere uomini e donne realizzati e intimamente felici. Gesù non é certo capito ne osannato durante il suo ministero. Le sue parole sono spesso fraintese e usate per contestarlo, così i suoi gesti. Ma la risposta di Gesù all’incomprensione e al rifiuto, ai suoi evidenti insuccessi, è la preghiera, addirittura una preghiera di ringraziamento: “Ti benedico, Padre …”.  Tutto è messo davanti al Padre, al quale Egli riconferma instancabilmente il suo sì, la sua totale adesione. Se poi spostiamo la nostra attenzione alle persone che sceglie, che ama di più, alle quali dà ruoli incredibili, vediamo persone piccole, peccatrici, inaffidabili secondo criteri umani. Gesù è un maestro che non sceglie i primi della classe, e che non dà a nessuno pesi insopportabili da portare, ma dà a ciascuno di loro, a ciascuno di noi, un peso così leggero da essere un peso amabile, se ci abbandoniamo totalmente alla sua amicizia e al suo amore.

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