due parole per domenica 23 agosto 2020

don Marco Zaina:
Gesù un giorno chiede agli apostoli cosa pensa la gente di lui, o meglio chi la gente pensa che egli sia. Non è una domanda che nasconde presunzione, mania di protagonismo o cose simili. In realtà Gesù vuol guidare gli apostoli a comprendere un’altra cosa. E infatti subito dopo chiede loro. “E voi chi dite che io sia”. Possiamo immaginare il disagio e lo sgomento dei dodici, di fronte a questa domanda, quasi che il tempo trascorso con il Maestro non avesse dato loro modo di conoscerlo bene. Certo, era un Maestro molto bravo, sapeva parlare bene tanto che molti venivano ad ascoltarlo, ogni giorno. Era piacevole stare in sua compagnia, parlare con lui, specialmente quando non c’era tutta la folla. Eppure stava chiedendo loro “Voi chi dite che io sia?”.
A sorpresa risponde Pietro, il pescatore, uomo rude, semplice, impulsivo, peccatore (traditore di Gesù quando Gesù sarà arrestato) ma con un cuore grande: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente”.
Chiediamoci: “Se Gesù venisse oggi tra di noi e in una riunione, o durante la messa, ci chiedesse: “Chi sono io per voi?” o addirittura più direttamente chiedesse “Chi sono io per te?”, cosa risponderemmo?
Attenzione: la risposta corretta l’ha già data Pietro. Non copiamo…………Sarebbe troppo facile e forse ci darebbe l’illusione di aver dato la risposta attesa.
Troviamo la nostra risposta, nel cuore, nella Fede. Trova la risposta nel tuo cuore. Con Fede.

fra Roberto Benvenuto:
Chi è per noi oggi, qui e nell’ora della nostra esistenza, Gesù?  Mettiamo Gesù, Figlio del Dio vivente, al centro della nostra vita? La stringente e provocante domanda che Gesù pone ai suoi, che lo seguono e ogni giorno ne ascoltano gli insegnamenti e ne vedono le opere, viene rivolta a ciascuno di noi, oggi, a noi che Gesù lo ascoltiamo e lo incontriamo nella Parola e nei Sacramenti. E di fronte a questa domanda che ci sollecita con urgenza ci dileguiamo forse? Restiamo muti? Pietro, e solo lui, in virtù della grazia e del dono ricevuto, di cui ha fatto personale esperienza, nello stare quotidianamente accanto a Gesù, sa rispondere e sa riconoscere in Cristo la presenza del Dio vivente. E a Pietro vengono affidate le chiavi del Regno, l’autorità che è oggi del Papa, di parlare e di agire in nome di Cristo.

don Remo Ceol:

Oh Signore, Tu non sei un Dio lontano.
Hai Scelto Israele,
hai stretto un patto definitivo, eterno, con l’umanità.
Oh Signore, Tu ti sei fatto uomo.

Uomo, chi sei?
Io, chi sono?
Un mucchietto di fango, cieco, muto, sordo,
che gesticola sulla faccia della terra,
sentendosi signore del creato.

Parlo: sono frainteso.
Ti ascolto: quale sarà il tuo vero pensiero?
Leggo il giornale, vedo la televisione,
quale sarà la verità?
Sono prigioniero della parola,
sono condannato al dubbio.

Dio, perché mi hai fatto così?
Limitato, incapace di comunicare con gli altri e con Te.
Tu ci sei, ma non Ti vedo.
Tu ci sei, ma non Ti sento.
Perché, perché mi hai fatto così male?

Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza.
Maschio e femmina lo creò.
E vide che era cosa molto buona.
Ma allora: chi è il colpevole?
Adamo, sei stato tu?! Con il tuo peccato?!
Tu ci hai rovinati!

No… io sono Adamo.
Il tuo peccato, io l’ho fatto.
Io, io, Signore, ho rotto con Te e con te e con tutti.
Io ho rifiutato la verità e mi sono fatto schiavo.
E… Tu, Signore, Tu ti sei fatto Uomo!

Sei venuto in mezzo a noi.
Sei venuto nella prigione da noi costruita.
Hai condiviso la nostra schiavitù.
Ci hai amati.
Oh Amore infinito, nostra unica speranza.

Amandoci, ci hai insegnato ad amare.
Hai aperto i nostri occhi, le nostre orecchie, la nostra bocca,
e ci gridi:
“Amatevi e comunicherete”.

Ci hai presi così come siamo, mostricciattoli, peccatori.
Hai mangiato con noi, hai vissuto con noi, hai pregato con noi, hai sofferto con noi.
Sei morto per noi.

Dalla croce ci gridi: “Dio è servizio”.
E noi, fatti a sua immagine e somiglianza,
non possiamo esistere se non servendo.
Oh Signore, morendo ci hai insegnato a vivere.

Signore, la tua morte, la tua risurrezione
hanno aperto una breccia nelle mura del carcere.
Esulta! Esulta! Esulta uomo!
Quale grande servizio Dio ti ha reso!

Ciò che tu avevi costruito, il carcere che ti eri fatto,
Dio lo ha aperto.
Dio si è fatto uomo,
Dio ha condiviso la tua sorte per unirti a sé.
Oh Signore, mio amore, perdona il mio peccato.

Amici, fratelli, andiamo.
La breccia è qui, affrettiamoci.
L’Amore, la Verità, Dio ci ha liberato.
Abbandoniamo il peccato
e viviamo servendoci.

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