due parole per domenica 11 ottobre 2020

don Giovanni De Rosa:
La parabola degli invitati alle nozze del figlio del re presenta un aspetto che la collega ad altre pagine della Bibbia, nell’esprimere il rapporto che Dio intende instaurare con gli uomini. A differenza di altre religioni, per le quali l’uomo è sottomesso a divinità che lo schiacciano con la loro potenza spesso capricciosa, la rivelazione ebraico-cristiana presenta Dio come amico degli uomini, un amico che rispettando la loro libertà non si impone ma li invita a partecipare alla sua stessa vita, alla felicità che è Lui. Per farsi capire in termini umani, Dio presenta la felicità sotto forma di una festa, di un sontuoso banchetto. Esso era stato annunciato da secoli, come ricorda la prima lettura di oggi (Isaia 25,6-10: “Preparerà il Signore per tutti i popoli un banchetto di cibi succulenti, di vini raffinati…”) e si è poi attuato quando il Figlio di Dio, diventando uomo come noi, metaforicamente ha “celebrato le nozze” con l’umanità. La festa non è riservata a qualcuno, più rispettabile o raccomandato; tutti, buoni e cattivi, sono invitati a parteciparvi: in modo perfetto e definitivo nella vita eterna, ma nella misura del possibile (e non è una misura stretta) anche nella vita presente. Non a caso già qui il rapporto più intimo e profondo con Dio prende la forma di un banchetto, l’Eucaristia. Tutti sono invitati alla mistica Cena del Signore, che si ripropone nella celebrazione della Messa, anticipazione e pegno della vita futura. Sono invitati tutti, con l’unica condizione di dimostrarsi interessati all’invito e consapevoli dell’onore, indossando la veste adatta. Questa veste è la fede autentica, che si manifesta nel vivere in armonia con Dio.

don Marco Zaina:
“Tutto posso in colui che mi dà forza” scrive San Paolo nella sua lettera ai Filippesi.
Chiediamoci: dove trovo la forza per fare quello che sto facendo? Perché lo sto facendo?
Diverse possono essere le risposte: nella volontà, nella motivazione, nella consapevolezza che sono in grado di farcela, nell’interesse che ho per quella cosa, perché mi pagano, perché mi sento realizzato, perché ci credo, ….. perché amo….
Tante volte però non riusciamo a portare a termine ciò che stiamo facendo e ce ne chiediamo il motivo.
Forse è proprio perché non ci lasciamo aiutare, motivare da Colui che ci dà forza; anzi: da Colui che è nostra forza.

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