due parole per domenica 25 ottobre 2020

don Giovanni De Rosa:
Gesù viene messo alla prova da un dottore della Legge su una questione dibattuta nelle scuole rabbiniche: individuare tra i numerosi precetti della Legge quello che meglio era il “grande comandamento”. La risposta di Gesù chiarisce che il fondamento della nostra vita di credenti è costituito dall’amore, nel senso che ciò che dà unità, coesione. Perché quanto compiamo per Dio e per gli altri è rappresentato dall’amore.
Indicazione importante perché l’amore mi rende libero dalla superficialità, dalla paura e dalla convenienza, tutti non nascondiamocelo veniamo a essere forti nella fatica, nelle difficoltà e nelle prove. È un amore che per Dio mi coinvolge totalmente e, nei confronti degli altri, si esprime con la stessa cura e attenzione che riservo alla mia persona. Come ci dice Papa Francesco al n. 31 nell’Enciclica “Fratelli tutti…”: Come sarebbe bello se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano attorno!. Perché come ci dice Gesù oggi, il mio amore per Dio è autentico nella misura in cui amo ciò che Dio ama, cioè gli altri, che sono suoi figli. Questa domenica e in questa settimana chiediamoci e riflettiamo: La mia vita da credente è regolata da questo tipo di amore per Dio e per il prossimo, o da altro (interesse, convenienza, paura, ideologia….)?

fra Roberto Benvenuto:
Quante volte usiamo i vocaboli amore e amare, troppo spesso svuotati del loro più intimo e vero significato. Per ricomprenderli nel loro valore ci vengono in aiuto le Letture di questa Domenica.
La prima lettura ci fa comprendere il significato di “amare il prossimo”. Dobbiamo comportarci con gli altri allo stesso modo con il quale Dio si comporta con noi, e in particolare il brano ci rimanda alla esperienza del popolo di Israele che viene liberato dallo sfruttamento e dall’oppressione degli Egiziani. Se Dio libera dalla oppressione nessuno può farsi oppressore dell’altro! È il legame con Dio la chiave per comprendere e vivere l’amore del prossimo. L’amore verso di sé e verso gli altri é dunque riconoscenza attiva per quanto Dio ha fatto e fa per ciascuno di noi. Infine poniamo lo sguardo sulla qualità di questo amore: non può essere ridotto solamente a sentimento, e neanche semplicemente ad atto morale frutto della buona volontà dell’uomo. L’amore, essenziale per il cristiano, é amare Dio per primo e di conseguenza amare ogni essere fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso. L’amore per il prossimo è specchio del nostro amore per Dio.

don Marco Zaina:
“Non molesterai il forestiero né lo opprimerai…
Non maltratterai la vedova o l’orfano…
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio…
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole…”
Di fronte ad un elenco dettagliato di ciò che si deve o non si deve fare, non si può sbagliare. Ma forse a questo elenco può mancare qualcosa….
Dio fa le cose per bene: a chi chiede quale sia il grande comandamento, Gesù risponde: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Ma non basta ce n’è un altro simile, il secondo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
A questo punto nulla può mancare. Basta amare Dio e il prossimo. Non serve specificare tanto, dettagliare le situazioni…..
Il problema è che forse l’umanità non ha ancora capito bene cosa significhi “Amare”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *