due parole per domenica 27 dicembre 2020, festa della santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria

don Giovanni De Rosa:
Questa festa, ci offre tre grandi icone che ci richiamano il senso più vero della famiglia cristiana e il modo di viverci da protagonisti, benché ognuno abbia una missione da compiere e un progetto di Dio da attuare via via nel tempo. Nonostante le difficoltà, la santa famiglia di Nazareth è unita e i vari componenti, ognuno per il suo verso, sono responsabili nei confronti degli altri. La difficoltà e l’incomprensione vengono superate da una visione d’amore e, soprattutto, nella continua disponibilità a comprendere e ad attuare la volontà di Dio, sia da parte di Gesù come da parte di Maria e Giuseppe. In questo Anno dedicato a San Giuseppe come non pensare e farci riflettere come Lui sia modello di quella paternità laboriosa, vigile e responsabile di cui hanno bisogno tutti i figli, di oggi e di sempre. Come Giuseppe anche noi siamo chiamati a fare delle scelte coraggiose e ci impone di dire “sì” o “no” e non ammette mezze misure circa la fede. Rinnoviamo anche noi davanti alla grotta del presepe il nostro “Sì”.

don Marco Zaina:
Nel giorno in cui celebriamo la festa della Sacra Famiglia, mi piace proporre un pensiero tratto dall’omelia di Giovanni paolo II, pronunciata il 26 settembre 1980 per l’apertura della V Assemblea Generale del Sinodo dei vescovi sul tema della “Famiglia Cristiana”.
“Sì! Il compito di ogni famiglia cristiana è quello di custodire e di conservare i valori fondamentali. È quello di custodire e conservare semplicemente l’uomo!”
Queste parole ci aiutino a riflettere sui valori fondamentali che la famiglia deve custodire, conservare, vivere; ci aiutino a pensare che il meraviglioso compito della famiglia è custodire e conservare l’uomo, la persona.
In una famiglia ci sono gli sposi, i genitori, i figli, i fratelli. Ognuno di questi deve poter custodire e conservare l’altro.
E poi c’è la famiglia più grande: la famiglia formata dalle famiglie, il “luogo” dove la piccola famiglia si apre alle altre famiglie del paese, della città, del mondo.
E anche qui ognuno è chiamato a custodire e conservare l’altro.
Nessuno può dire: “Non ho famiglia”, né si può dire di qualcuno: “Costui non è della nostra famiglia”

fra Roberto Benvenuto:
La Parola che oggi ci viene donata pone al cuore del messaggio la famiglia, in tutte le sue componenti essenziali per un amore pieno, condiviso e significante. La famiglia di Nazaret, che crescerà Gesù rispettando e onorando tutte le prescrizioni religiose dell’ebraismo. Un intreccio di relazioni che mostra a noi, famiglie di oggi è di ogni tempo come la famiglia sia luogo privilegiato di educazione. Nella famiglia nasciamo, cresciamo, impariamo a compiere scelte, impariamo la relazione, impariamo a sapere chi siamo e a rispettare e ad amare l’altro. Ma la Scrittura ci mostra anche un esempio forte e commovente di come possa essere di grande qualità anche il lasciare la vita. I due vecchi Simeone e Anna, in virtù della loro fede, preghiera, ascesi, riconoscono in un bambino il Messia tanto atteso, e riconoscono quanti doni ha fatto loro il Signore nella vita, tanto da poterla lasciare senza angosce o rabbia, ma con un immenso senso di completezza. Guardando a questi esempi di vita quotidiana e di fede vissuta possiamo davvero riconoscere dei modelli per una vita pienamente riuscita.

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